Roma tra mafia e politica
La Relazione Gabrielli è deludente

Decentramento inadeguato

Il Coordinamento romano del Partito Repubblicano Italiano ha condotto un'approfondita valutazione della relazione del prefetto Gabrielli sull'amministrazione di Roma. Dalla stessa emerge un quadro impressionante di corruttela, carenza di controlli, immoralità dilagante. Il rapporto evidenzia una commistione inaccettabile ed intollerabile tra la politica e la burocrazia amministrativa; fatto questo che è fonte di inquinamento istituzionale, in quanto si disperde il principio fondamentale della distinzione delle competenze e dei ruoli specifici. Il rapporto inoltre mette in evidenza tutto lo squallido comportamento di una classe politica dequalificata ed incapace di assolvere alla specifica missione. Nel contempo evidenzia anche la scarsa dignità e professionalità dei dirigenti comunali, pronti a soddisfare tutti i loschi traffici delle bande di mafia e non, che imperversano nell'ambiente dell'amministrazione capitolina, ed in particolare nell'ex litorale romano; assicurandosi così cospicue tangenti.
I dirigenti del Pri sollecitano la necessità di provvedimenti immediati per colpire e scalzare alla base il fenomeno delinquenziale, e chiedono quindi immediate decisioni degli organi di governo, a tutti i livelli istituzionali, per stroncare l'intreccio mafia-politica-amministrazione. E’ evidente a questo punto che il decentramento amministrativo attuato non fornisce sufficienti garanzie di democraticità e di efficienza; e si caratterizza per un'abnorme livello di spesa pubblica per il suo sostentamento, senza che ciò garantisca un reale soddisfacimento dei bisogni primari dei cittadini. Al momento i municipi, che hanno sostituito le preesistenti inutili ed inefficienti circoscrizioni, non rappresentano alcun efficace punto di riferimento politico-istituzionale per i cittadini romani, non avendo essi municipi introdotto significative innovazioni istituzionali, politiche, amministrative e tecnologiche.
Pertanto, ad avviso del PRI romano si rende necessaria un'attenta riflessione e valutazione sull'opportunità di mantenere ancora in vita l'attuale modello di decentramento amministrativo, che non sembra aver recato giovamento alcuno ai cittadini-utenti romani. Perciò bisogna partire dalla revisione dell'attuale assetto di decentramento pletorico, costoso, burocratico e fonte di degrado morale, per aprire una profonda riflessione sulle esperienze in atto, e per costruire un più moderno riposizionamento del decentramento; riducendo drasticamente il numero dei municipi, ridefinendone in modo più appropriato la missione istituzionale, e consentire così di ridurre drasticamente i costi di mantenimento di queste strutture, o forse sarebbe meglio definirle parassitarie sovrastrutture. Si otterrebbe così un duplice positivo risultato: rendere più efficienti e credibili le Istituzioni Capitoline; ridurre le imposte comunali (notevolmente onerose) che oggi gravano sui cittadini di Roma.

Roma, 13 Luglio 2015